La normativa del 2018 regolamenta l’uso di alcuni additivi per le carni. Si tratta dell’acido fosforico (fosfati-di-tri-polifosfati E338-452) in qualità di agente umidificante e stabilizzante. Di eliminare il sorbato di calcio (E203) dall’elenco degli additivi alimentari autorizzati dall’EFSA (autorità per la sicurezza alimentare in Europa) per mancanza di dati sulla genotossicità. E si rivaluta la sicurezza dell’additivo colorante cocciniglia (acido carminico e vari tipi di carminio E120). Anche per i prodotti biologici trasformati a base di carne è confermato l’uso di nitriti e nitrati, se dimostrato che non esiste alternativa che fornisca pari garanzie sulla conservazione e la qualità dei cibi. Gli additivi alimentari permettono di conservare il prodotto e distribuirlo in aree geografiche distanti e fuori stagionalità. In Europa sono ammesse 340 molecole utilizzabili in 27 diversi ambiti alimentari.
Erbe aromatiche, spezie ed erbe utilizzati hanno attività antiossidante, antibiotica e vitaminica, aiutano la conservazione delle carni e ne migliorano colore e gusto. Essendo cellule vegetali, controllano per natura la crescita di batteri e funghi in quanto hanno una parete cellulare più resistente e posseggono naturali sostanze antibatteriche e antiossidanti che lavorano anche dopo la morte della pianta. Hanno attività farmacologica, migliorano la digestione e l’assorbimento dei principi nutritivi, stabilizzano la flora microbica intestinale.
Gli aromi forniscono sapore e profumo agli alimenti per garantire gusti unici e mantenere gli standard qualitativi e le caratteristiche organolettiche. Il regolamento europeo 1334/2008 li distingue in sostanze aromatizzanti prodotte per sintesi chimica o naturali oppure preparazioni aromatiche naturali come gli oli essenziali e gli estratti vegetali o animali.
A diffondere una comunicazione positiva in difesa degli additivi chimici alimentari arriva Federchimica che, col suo blog, indirizza i contenuti a chi “preferisce capire”, dicono, o per meglio dire, a chi proprio non ne sa ma coltiva l’idea che la chimica sintetica nei cibi proprio non vada, perché invece agli addetti di settore la notizia edulcorata serve a poco. Per esempio, si spiega come i conservanti (tipo i nitriti già definiti cancerogeni nelle carni) siano quasi imprescindibili contro la crescita batterica evitando la presenza della tossina botulinica, fra l’altro, conservanti regolarmente ammessi dalle normative che ne decretano i valori limiti da assumere e non superare giornalmente, per avere cibi più sicuri e durevoli. In effetti, questi conservanti sono presenti nella quasi totalità degli affettati confezionati. Nel rispetto di tutti, ci si può domandare come una esigua % di produttori con brand potenti riescano a produrre i loro affettati confezionati con una lista di ingredienti in etichetta che riporta genuinamente solo coscia di suino e sale (zero conservanti).