KM ZERO: economia localizzata, genuinità, garanzia di qualità ma anche vendita diretta senza intermediari
Cosa vuol dire Km ZERO?
Con prodotti a km 0, altrimenti detti a filiera corta, si intende la distanza che c’è fra l’area produttiva e la zona di vendita del prodotto stesso. Spesso si fa riferimento a prodotti alimentari come le orticole dell’orto, come le verdure, i frutti del frutteto, le uova del pollaio, il luppolo per la birra che vengono lavorate e vendute in un sito adiacente all’area di produzione. Ovviamente anche le carni possono essere a Km 0, come formaggi, vini, birra e quant’altro.
Le normative hanno considerato Km 0 una distanza di 100 Km che però, attualmente, la Legge nazionale sta abbassando a 70 Km. Il concetto è quello di economia localizzata, sinonimo di poca lavorazione, di genuinità, qualità, garanzia (anche se non certificata). Da considerare i benefici apportati su qualità e ambiente. Mancano ancora normative per una definizione giuridica nazionale. Dal 17 ottobre 2018 vi è una proposta di Legge alla Camera per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta e di qualità, definendo i Km 0 come prodotti agricoli che provengono dai luoghi di produzione delle materie prime a una distanza inferiore a 70 km rispetto al luogo di vendita.
Tutto è legato a distanza e a vendita diretta.
Con filiera corta si intende una vendita diretta senza intermediari o con uno al massimo, tenendo presente che consorzi, cooperative e organizzazioni di produttori, non sono considerati intermediari secondo il Regolamento europeo n.1305 del 2013 che limita il numero degli operatori e promuove lo sviluppo economico locale e i rapporti socio-territoriali fra piccoli produttori e consumatori contenti di acquistare prodotti freschi che sentono e sperano essere meno trattati e più genuini.
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