Sperimentazione clinica del farmaco
Si tratta di industria farmaceutica che deve vendere il suo prodotto. Ciascuno Stato nel mondo, applica la sua politica sul farmaco. Ma cosa è un farmaco? La definizione intende una sostanza o composizione che mostra proprietà curative o profilattiche verso malattie umane o animali che possono correggere, ripristinare o modificare alcune funzioni del nostro organismo. Ma il discorso non è così semplice e andiamo ora a distinguere i vari preparati. Abbiamo:
- specialità medicinali: si tratta di un farmaco protetto da un nome o da un brevetto di invenzione che può essere messo in vendita solo dal proprietario detentore del brevetto.
- farmaci generici: allo scadere del brevetto la stessa azienda titolare o altre ditte possono mettere in vendita la stessa sostanza di cui sia stato provato il principio di bio-equivalenza.
- galenici officinali: sono i medicinali preparati in farmacia secondo le prescrizioni della Farmacopea (testi del codice farmaceutico in vigore).
- galenici magistrali: sono i medicinali preparati in farmacia dietro richiesta del medico.
- farmaci da banco: sono farmaci che per composizione e obiettivo terapeutico vengono usati senza controllo e possono essere acquistati in farmacia e parafarmacia senza ricetta medica.
- farmaci biosimilari: sono quelle molecole terapeutiche prodotte mediante tecniche di biotecnologia che riproducono le molecole i cui brevetti sono già scaduti.
Affinchè un farmaco venga immesso sul mercato e arrivi alla vendita, si necessitano circa 12 anni per quello che viene definito lo studio clinico (o clinical trial). Si devono capire la sicurezza e l’efficacia di un certo trattamento che viene testato per la salute umana. C’è una fase di ricerca pre-clinica, cioè dei test cellulari di laboratorio o sugli animali, che occupa circa 1/3 dell’intero processo e poi, c’è la ricerca clinica vera e propria che occupa l’ultimo terzo dell’iter di regolamentazione. Quindi:
- La ricerca pre-clinica include:
- fase di scoperta con ricerca basica sulla nuova molecola, e caratterizzazione.
- fase di studi pre-clinici sulla sicurezza e sul metabolismo del farmaco.
Questa fase ha lo scopo si eseguire gli studi di tossicologia, farmacocinetica e di metabolismo. Altrimenti detto, il farmaco è studiato per arrivare al suo obiettivo all’interno dell’organismo. Svolge il compito per il quale è stato progettato ma poi, come viene smaltito? E soprattutto, quanto tempo permane nel nostro organismo prima di non lasciare più traccia ed essere eliminato del tutto? Quali sono gli effetti tossici sull’organismo e quali effetti collaterali si presentano? Sappiamo che la etimologia della parola farmaco, cioè la sua origine e traduzione, è sì cura e rimedio, ma significa anche veleno. Ricordando che si tratta comunque di una sostanza che ci può apportare beneficio ma sono pur sempre di molecole chimiche che presentano spesso un ampio ventaglio di effetti collaterali, a breve o lungo termine. Da non dimenticare. Troppo spesso non si considerano soprattutto per l’uso quotidiano che a volte si fa coi farmaci da banco. Naturalmente il discorso è ampio e andrebbe affrontato nel dettaglio. Non dimentichiamo, soprattutto per l’uso libero dei farmaci da banco, che è la dose che porta il beneficio o il danno.
- La ricerca clinica è composta dai seguenti step:
- Fase I
- Fase II
- Fase III
- Fase IV
- Fase post marketing
La sperimentazione clinica vera e propria
La fase di ricerca clinica è la sperimentazione vera e propria. È la fase finale e richiede circa un terzo del tempo. È qui che si sviluppano le fasi soggette a obbligo di Legge. Si contattano i PI (i Principal Investigator) che sono medici che reclutano i pazienti con certe caratteristiche per partecipare agli studi clinici per la sperimentazione del nuovo farmaco. Gestiscono questa fase insieme ai CRA (Clinical Research Associate) delle case farmaceutiche che forniscono loro i protocolli da seguire. Si progettano quindi i trials clinici (gli studi clinici), spesso randomizzati in doppio cieco. Nomi a parte, significa che si reclutano pazienti idonei e si dividono in due gruppi. È necessario testare che il farmaco abbia davvero una efficacia terapeutica i cui effetti sulla malattia, bersaglio dello studio, siano dimostrabili. E poiché noi umani abbiamo anche una mente potente, misteriosa e affascinante che ha mostrato, in certi casi, la capacità di auto-condizionarsi e addirittura ammalarsi o guarire, capiamo il perché dei due gruppi. Ad un insieme, si somministrano le dosi di farmaco (presunto) stabilite. Al secondo gruppo si somministra il famoso placebo, cioè, una sostanza che non è un farmaco e non ha nessun effetto terapeutico (tipo la pillola di zucchero o qualsiasi altra cosa innocua e senza effetti). Il PI, il medico che gestisce lo studio non sa a quale gruppo è stato dato davvero il farmaco, e chiaramente nemmeno i pazienti lo sanno. È la farmaceutica a gestire il tutto. Ovvio è che il monitoraggio costante, le analisi e tutto il resto, incluso il medico e la struttura che effettuano reclutamento pazienti e studio clinico, sono pagati dalla casa farmaceutica che, in gergo, si dice che fa da sponsor. Il paziente invece, effettua i test in forma del tutto volontaria e non viene retribuito. Almeno in Italia. In Paesi come la Gran Bretagna, il paziente viene retribuito, coi dubbi etici e morali del caso.
Il tutto deve essere sottoposto all’approvazione di un comitato etico, e deve avere l’autorizzazione dell’ ente regolatorio che in Italia è l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), in America è l’FDA (Food and Drug Administration). Nello studio clinico ci sono 5 fasi:
Fase 0 che spesso viene saltata. Non sempre viene fatta. Di solito si arruolano 10-15 pazienti e la quantità di farmaco da testare è una dose sub-terapeutica, cioè si parla solo di una micro dose in cui si va a confermare che il modello pre-clinico ipotizzato, si applichi anche in vivo sull’uomo. In pratica, che non sia dannoso. In questa fase si vede anche il decorso del farmaco nel corpo, per esempio, quanto tempo permane nell’organismo, dove viene eliminato, in che modo, eccetera. È un peccato che questa fase, non obbligatoria secondo gli organi regolatori e dispendiosa per la casa farmaceutica, non sia inclusa nei protocolli di autorizzazione. In questo modo, non viene nemmeno stabilita l’emivita della molecola sperimentale. Cioè, la permanenza di questa molecola nell’organismo. Infatti, reperire dati sui tempi di smaltimento di anestesie, antibiotici e farmaci di ogni genere non è semplice.
Fase 1: qui si arruolano fra le 20 e le 80 persone e c’è una dose precisa, o una serie di dosi di farmaco, per stabilire quale quantità (dose) sia più opportuna. Si devono dimostrare la sicurezza e la fattibilità affinchè non si creino eventi avversi alla persona. In secondo piano viene valutata l’efficacia. Se questa fase termina a buon fine, si prosegue con la fase successiva.
Fase 2: si arruolano tra le 20 e le 300 persone. Qui la dose è ormai determinata e si deve dimostrare l’efficacia del trattamento. Si diceva che i trial sono randomizzati, cioè ci sono due gruppi, uno dei quali è il gruppo di controllo. Doppio-cieco, si diceva, significa che ne il medico che conduce lo studio ne i pazienti sanno se assumono il farmaco o il placebo.
Fase 3: è un alto livello di studio clinico in cui si trattano fra le 300 e le 15.000 persone. Di solito qui si tratta di un trial multi-centrico, cioè uno studio articolato su vasta scala che coinvolge diversi ospedali. Si deve dimostrare l’efficacia definitiva del farmaco. Di solito lo si compara al gold standard già esistente per la cura di quella patologia. Il Gold standard è il miglior farmaco già in uso e in vendita al momento. E’ possibile che questo sia il punto in cui un farmaco possa essere ritirato dalla sperimentazione. Questa fase può durare 1-2 anni.
Dopo questa fase segue l’immissione sul mercato, cioè il farmaco è in farmacia e pronto per l’acquisto e l’utilizzo.
Fase 4: il farmaco è già sul mercato per la commercializzazione. È solo qui, in questa fase post approvazione da parte delle autorità competenti, che si monitorano gli effetti rari e si registrano gli effetti anche su gruppi particolari di persone come bambini e donne in gravidanza. Questo vale anche per gli effetti a lungo termine. Questa fase, dura almeno 5 anni. Per qualsiasi cosa, si può contattare il reparto di farmacovigilanza delle case produttrici del farmaco che registrano, e vigilano sugli effetti collaterali che si possono manifestare.
Anche le cellule staminali sono considerate un farmaco e quindi seguono lo stesso iter di sperimentazione. Anche qui, lo studio clinico è finanziato dallo sponsor e il paziente non paga. Oggi, ci sono più di 4000 trials (studi) che usano le staminali da midollo, sangue, tessuto cordonale, adiposo (grasso) ed altro. Si può fare un trapianto autologo, cioè ci si cura con le cellule stesse del proprio corpo, o allogenico, cioè utilizzando le cellule da un donatore. Si trattano malattie neurologiche, malattie auto-immuni, trapianti di midollo ed altre malattie genetiche molto gravi che, nello studio e nell’applicazione delle cellule staminali, trovano la speranza e la conferma per continuare a vivere. Ma questa delle terapie con le cellule staminali, è un’altra storia complessa.
Siamo per il farmaco che ci salva la vita nei reparti di terapia intensiva. Siamo per una coscienza autonoma che impieghi il farmaco da banco quando indispensabile e non dispensato come automedicazione senza avere l’esatta comprensione di ciò che ci si sta somministrando. Gli effetti collaterali (dannosi) ci sono sempre e forse, a volte, dietro un mal di testa, un mal di schiena, l’insonnia o altro, la soluzione può essere semplice. Forse basta cambiare qualche piccola abitudine e trovare sollievo in modo naturale. Eliminando la causa e non coprendola fino alla durata dell’effetto del farmaco.
Ci sono davvero molte cose da dire sul mondo dei farmaci, e nei prossimi articoli (post), verranno trattati diversi temi e aspetti, interessanti e fondamentali da conoscere, che li riguardano.
Siamo coi ricercatori e coi team multidisciplinari che perseguono questi obiettivi ogni giorno. Sperando che la scienza e la manipolazione del DNA porti ad una conoscenza che abbia come fine unico, il miglior stato di salute e di benessere possibile per gli uomini e gli esseri viventi.
Clicca sulle stelline per valutare l’articolo, lo puoi fare senza registrarti. Se ti è piaciuto lo puoi condividere con qualcuno a cui può interessare e se vuoi puoi scrivere un commento libero.
2 risposte su “Farmaci: le fasi di sperimentazione clinica”
I misteri dietro agli studi sui farmaci… quante informazioni utili che nessuno ti spiega mai. Bravi!
Gentile JeanPaul, conosciamo l’argomento e le pratiche delle case farmaceutiche anche per aver lavorato molti anni in diversi “colossi” farmaceutici proprio nello studio di sviluppo del farmaco, nei clinical trials (le fasi cliniche, appunto). Il mondo che c’è dietro e le cose da dire sarebbero moltissime. Non dimentichiamo mai di trattare il tema dei farmaci e degli integratori nelle nostre conferenze e nei nostri corsi. Ti ringraziamo per la partecipazione e per i tuoi commenti sempre graditi.