Siamo certi che l’uso del cellulare non influisca sulla nostra salute? Parliamo delle radiazioni non ionizzanti emesse dal campo elettromagnetico dei telefoni cellulari. Qui, la punta dell’iceberg: pochi concetti presi dal libro che stiamo completando sull’Elettrosmog, coi danni sulla salute e le soluzioni da adottare. In parole semplici. Se ti interessa, lascia la tua mail:
Il discorso sulle radiazioni emesse dai cellulari non è semplice. Ci sono da considerare i tempi di esposizione, l’intensità dei campi, l’età del soggetto (adulto o bambino) e altri fattori come l’immersione costante da sorgenti wi-fi non legate al nostro volere. Sono quasi 44 milioni gli smatphone in Italia.
Il corpo umano è un sofisticato strumento elettronico e anche minime interferenze esterne possono generare squilibri a livello cellulare.
Nel corpo immerso nei campi elettromagnetici a certe frequenze, è possibile che si inneschino vari meccanismi indesiderati, come:
- inibizione della melatonina
- inibizione dei ritmi circadiani del sonno
- inibizione dei processi di riparazione cellulare
- inibizione della corretta divisione cellulare
La melatonina è un ormone fondamentale per molti processi biologici, è responsabile del riposo notturno, sempre sottovalutato. Leggi di più su Sonno e riposo di qualità per la tua salute.
Inoltre, fra gli altri danni più conosciuti ed evidenti:
- effetti negativi sull’efficienza del sistema immunitario
- sul metabolismo del calcio
- sui circuiti neuronali del cervello
- sul cuore
- sulla contrazione muscolare
Tutto si basa su impulsi elettrici. Ogni attività possiede la sua frequenza biologica. Così come fa la radio, anche il corpo umano può sintonizzarsi su una frequenza esterna, ne può assorbire l’energia, amplificandone l’intensità. Questo assorbimento di energia può manifestare effetti termici e non termici.
Come si misura l’esposizione umana alle radiofrequenze?
In Italia, vigono i dati degli studi internazionali sugli effetti dei campi elettromagnetici (CEM) sulla salute che fissano i valori soglia a 6 V/m. V/m è l’unità di misura, volt per metro, usata per misurare l’esposizione umana alle radiazioni elettromagnetiche a radiofrequenza. Si tratta di un valore medio, da rispettare nelle 24 ore della giornata.
Ragioniamo. Se il valore medio, somma delle 24 ore, risulta a norma di Legge con una media di 6 V/m, sono da considerare l’uso notturno quasi azzerato, magari a 1 V/m, rispetto all’uso diurno o serale che può toccare valori molto alti. Questi valori però, diviso le 24 ore del giorno, possono comunque fornire valori medi sotto i 6 V/m, valori ritenuti accettabili e non dannosi dalla normativa vigente.
Questo è un criterio cautelativo di precauzione che non può garantire la tutela della salute, ne per i soggetti sani ne per chi ha patologie pregresse o anziani, giovani, bambini e neonati. Per il 5G si vogliono alzare questi valori soglia da 6 a 61 V/m, 110 volte il valore del 4G ma i limiti biologicamente sicuri accettati in Europa per la salute umana sarebbero di 0,6 V/m. Pare che le telecomunicazioni godano del privilegio di andare sul mercato senza effettuare test tossicologici e di nocività opportuni per la tutela della salute.
Anche IARC riconosce correlazione col tumore al cuore
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) classifica i campi elettromagnetici a radiofrequenza (da 10 MHz a 30 GHz, range usato anche da telefoni cellulari e forni a microonde) nel gruppo 2B, quelli possibilmente cancerogeni. E non dichiara associazioni significative fra le esposizioni ai campi e l’aumento di insorgenze tumorali nei bambini e negli adulti, fatta eccezione per il tumore al cuore, lo Schwannoma cardiaco. Il National Toxicology Program americano, dimostra l’associazione fra due anni di esposizioni ai campi e l’aumento di tumori cerebrali maligni, i gliomi, nei roditori. L’Istituto Ramazzini di Bologna, conferma l’aumento di gliomi e iperplasia di Schwann ed altro.
Il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità, studiano le cause di:
- tumore al cervello (glioblastoma)
- aumento di leucemie infantili
- infertilità maschile
ed altro, che potrebbero essere correlate alle radiazioni dei cellulari.
Raramente una grave patologia si sviluppa in un singolo episodio di esposizione con effetti acuti e di solito, ne vengono considerati solo gli effetti termici.
Il danno da interazione delle radiazioni elettromagnetiche con i tessuti biologici sono complessi e in fase di studio. Si considerano sia le basse frequenze che le alte frequenze (radiofrequenze e microonde), con studi anche sugli effetti non termici.
Pare che le basse frequenze possano:
- alterare la permeabilità delle membrane cellulari (come la barriera emato-encefalica, del cervello)
- ultra-compattare i cromosomi
- alterare la produzione di anticorpi del sistema immunitario
- modificare la produzione degli ormoni
- alterare i sistemi immunologici, endocrini
- alterare l’apparato riproduttivo e ormonale
- sviluppare leucemie infantili
- sviluppare neoplasie nell’adulto come: linfomi, tumori al sistema riproduttore, al cervello, melanomi epiteliali ed altro.
Ricerchiamo esperti conoscitori in ambito di radiazioni elettromagnetiche, non solo della teoria ma della strumentazione pratica. Abbiamo dei progetti in corso per la protrezione della salute umana dalle radiazioni. Scrivici per saperne di più, nei commenti o alla nostra mail contatti@imnominatum.it
Sono ancora troppo pochi gli studi sui CEM e gli esseri viventi. Di solito, non si fa scienza su previsioni future, di solito, impariamo dai risultati che abbiamo ottenuto e dai nostri trascorsi. Chi può sostenere con certezza che il danno da radiazione non esista? La povera Marie Curie, e probabilmente tutto il suo dipartimento di ricerca, morì studiando l’uranio senza sapere che emetteva radiazioni ionizzanti che modificano il DNA delle cellule fino ad una morte straziante e dolorosa. Gli effetti delle nuove tecnologie, non si possono sapere prima.
Come diminuire l’effetto delle radiazioni
Per ora si può fare ancora poco. Volendo, è possibile seguire queste semplici, basilari abitudini per ridurre le dosi di esposizioni da radiazioni a cui siamo soggetti 24 ore al giorno, anche per nostro volere, fuori dalla costrizione lavorativa:
- usare meno il cellulare
- usare le cuffie o il vivavoce
- togliere il traffico dati durante la chiamata (serve per l’internet)
- non tenere il cellulare in tasca (ne nel taschino dietro del jeans, attaccato agli organi riproduttori, ne nella tasca della camicia, sopra il cuore)
- quando possibile mettere la modalità aereo
- spegnerlo di notte
- negli ambienti indoor, tenerlo il più possibile lontano da noi
- evitare di darlo a bambini e neonati
- evitare di tenerlo in prossimità di neonati e vicino alla pancia delle future mamme
Non abbiamo parlato di 5G. Se pensi che si tratti di evoluzione della telefonia, forse sarebbe il caso di approfondire e saperne di più. Soluzioni concrete alternative, ce ne sono.
Questi argomenti sono complessi e specifici. Chi ha approfondite competenze tecniche può spiegare tutto in modo chiaro e semplice. Consulta un biotecnologo, un ricercatore universitario. Segui le conferenze. Lascia la tua mail:
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